RELAZIONE CONGRESSO NAZIONALE S.I.Co. 29-30 novembre 2014

 

11° CONGRESSO NAZIONALE S.I.Co.

Roma 29 – 30 novembre 2014

“Counseling: perchè e per chi?”

RELAZIONE
di
(Neethi Rossin)
SABATO 29 NOVEBRE

Il convegno è iniziato con la proiezione di un video sugli sport estremi.
Video molto accattivante, ritmo incalzante quasi “eroico”, sicuramente di effetto.
Alla fine della proiezione del video ha preso la parola Gigliola Crocetti, presidente e amministratore delegato S.I.Co.., per spiegare il significato di quanto appena visto.
L’idea che è passata e che la nostra professione è diventata una realtà, i primi anni sembrava un impresa titanica/eroica, ma ora, dopo diversi anni di lavoro, di sforzi e sacrifici, il couselor finalmente è entrato all’interno delle istituzioni.
Il messaggio racchiuso nel video è che il counseling non è più una leggenda ma una realtà viva e operante nel territorio.
Il congresso vuole quindi essere un’occasione per fornire il quadro generale del lavoro effettuato dalla S.I.Co.. durante questo anno.

1° INTERVENTO:
“ Città, scuola e salute. Esperienze di counseling in Piemonte”
“ Il significato della Referenza: introduzione delle esperienze”
Intervento di: Ernestina Parente, Andrea Gogliani e Egle Bastia

I referenti della S.I.Co. della regione Piemonte hanno illustrato 3 interventi di counseling nelle istituzioni in ambito sanitario e scolastico.
Il messaggio che si è voluto fare passare è che il counseling sia considerato una professione a tutti gli effetti. Il counselor deve quindi agire sul piano politico all’interno delle istituzioni e per fare questo è necessario agire con un certo rigore.
Serve sicuramente definire con maggiore chiarezza gli ambiti d’intervento all’interno dei quali può operare il counselor. Emerge un certo dinamismo per qualcosa di nuovo, per una figura professionale che è nata e deve farsi conoscere.
E’ necessario una legittimazione, un riconoscimento politico da parte delle istituzioni che possono essere un luogo dove fare sentire la propria voce e poter dare il proprio contributo.
I referenti hanno poi illustrato alcuni interventi che sono svolti a Torino: giornate dedicate alla salute.
Per svolgere questo tipo di attività era necessario garantire una formazione a tutte le figure professionali che sarebbero intervenute all’interno del progetto.
E’ stata un’innovazione del punto di vista culturale per il comune di Torino, è stato possibile dialogare con le istituzioni e attivare dei seminari per lavorare sull’identità culturale confrontandosi con diverse figure professionali.
Com’è possibile dialogare con le istituzioni? Quali sono i bisogni a cui si può rispondere con il counseling?
E’ chiaro che per rispondere a queste domande è necessario garantire una qualità professionale, garantire un certo modo di intendere il counseling e creare una rete tra le varie figure professionali con obiettivi e modalità comuni.

2° INTERVENTO
“Le abilità di un counseling in diabetologia”
Intervento di: Riccardo De Luca, Diabetologo (Torino)

In questo intervento sono state illustrate le abilità del counselor nell’ambito sanitario. Il diabete è una malattia che negli ultimi anni ha avuto un incremento esponenziale e a partire da questo problema sanitario, che ha un costo sociale e deve essere affrontato con un percorso, è stato sviluppato un percorso diagnostico terapeutico. Centrale è la persona che presenta una patologia cronica e che deve quindi affrontare e gestire questo tipo di problema.
Serve quindi avere un rapporto diretto con le persone che presentano questo tipo di patologia. La comunicazione diventa quindi un aspetto fondamentale per poter passare una serie di contenuti e far si che il percorso di cura sia efficace.
L’obiettivo di questo percorso è quello di trasmettere delle abilità che possono essere conosciute e poi essere messe in pratica nella quotidianità.
Il progetto si struttura in vari ambiti di intervento con la collaborazione a la cooperazione di più figure professionali che interagiscono tra di loro con l’obiettivo comune di informare e accompagnare le persone che presentano questo tipo di patologia.
Alcuni step di questo percorso sono:

– l’accoglienza
– le informazioni inerenti alla struttura
– un percorso di educazione alimentare
– setting e istruzione
– percorsi educativi –terapeutici (es. campi scuola, percorsi salutistici, cene..ecc)

Nell’ambito sanitario, le abilità del counseling sono state di aiuto per rapportarsi sia con il singolo, sia con il gruppo e nel rendere efficace la comunicazione e il passaggio delle informazioni. E’ stato necessario attivare alcuni percorsi di formazione che permettessero la conoscenza e l’utilizzazione di queste abilità (es. ascolto, empatia…ecc) fornendo degli elementi base del counseling.
L’attività di counseling e le abilità sono prese in esame e proposte come strumenti per migliorare la comunicazione in un contesto ambulatoriale.
L’ambulatorio ha caratteristiche comuni ad altre situazioni dove si svolga un dialogo tra professionista e utente, è sembrato utile tuttavia legare le abilità di counseling a questo specifico contesto.
I colloqui costituiscono la parte più originale e rappresentativa di questo intervento: tratti direttamente dall’esperienza di operatori diversi sia come qualifica sia come ambito professionale, vogliono essere uno spaccato sulle possibilità di utilizzo delle abilità di counseling nella relazione che si instaura tra professionista e paziente/utente, nel contesto di tutta l’ampia gamma di situazioni che si possono venire a creare.
La comunicazione è lo strumento essenziale utilizzato dagli operatori della salute che hanno come obiettivo la promozione di comportamenti corretti e la modifica di comportamenti a rischio sia dei singoli soggetti sia della collettività in genere.
In ambito sanitario, in alcuni momenti del colloquio, l’uso di abilità di counseling può risultare particolarmente efficace: nell’accoglienza degli utenti, nell’ascolto attivo dei loro bisogni, nella loro educazione a comportamenti di salute, nell’aiutare la persona ad accettare e mantenere uno stile di vita sano, nel supporto ai pazienti nel percorso di malattia (dall’accettazione alla compliance ai trattamenti).
Il professionista che si avvale delle abilità di counseling ha interesse non solo per i contenuti della relazione ma pone una grande attenzione al processo relazionale che si sviluppa con il suo paziente, in particolare alla qualità della relazione, che si caratterizza di accoglienza autentica dell’altra persona e della sua difficoltà attraverso un atteggiamento di comprensione empatica. Inoltre è consapevole di alcune fasi del colloquio che struttura attraverso la presenza di alcuni passaggi; modula infine gli interventi comunicativi in relazione agli obiettivi posti.
È fondamentale lo stile comportamentale che l’operatore sviluppa nella relazione affinché si crei un clima relazionale “possibile” per il paziente; solo un’esperienza autentica di dialogo mette in condizione le persone di esplicitare le proprie convinzioni o idee e le motivazioni di comportamenti non corretti, da cui partire per ricercare insieme nuovi comportamenti

3° INTERVENTO
“ Il counseling entra a scuola: esperienze di ascolto in un contesto di apprendimento e insegnamento” (proiezione video)
Intervento di: Chiara Povero (docente Liceo Statale “G.F. Porporato – Pinerolo)

L’intervento ha illustrato un’esperienza di counseling nell’ambito scolastico .
Il progetto ha previsto il potenziamento di uno sportello di ascolto rivolto alle studentesse e agli studenti della scuola. Si tratta di un’attività già svolta da alcuni anni da alcuni insegnanti nell’ambito delle azioni di orientamento previste dal POF dell’istituto.In questo contento le abilità del counseling si sono dimostrate davvero utili. Il counseling è una pratica basata sull’ascolto e sulla comunicazione, che ha come obiettivo l’attivazione delle risorse in possesso di una persona per affrontare e gestire situazioni di difficoltà. Non si pone quindi come intervento di tipo psicoterapeutico, ma come un percorso breve di affiancamento, allo scopo di promuovere la crescita e l’autonomia dello studente nella convinzione che lo star bene a scuola sia anche il frutto di una sana relazione con se stessi e con gli altri.
Allo sportello di ascolto hanno potuto accedere, previa prenotazione su appositi moduli, gli studenti che desideravano trovare uno spazio di ascolto, confronto e riflessione dedicato a loro e gestito da professionisti della comunicazione.
Un’ulteriore linea di intervento prevista dal progetto in questione riguardava l’organizzazione di incontri aperti al territorio su tematiche concernenti l’adolescente a scuola. Oltre a questo spazio di ascolto sono state svolte delle attività di orientamento attivo che ha permesso di entrare in contatto con i bisogni dell’adolescente, fornendo allo stesso tempo strumenti di supporto e sostegno per i ragazzi. Sono emersi degli elementi comuni a tutti gli adolescenti come la necessità di essere riconosciuti, l’ascolto, la coerenza, l’importanza di essere accettati e di essere autentici, così come l’esigenza di trovare delle in ambito scolastico è stato potenziato

CONSIDERAZIONE CONCLUSIVE
“Linee di indirizzo per la collaborazione con le istituzioni: dall’esperienza in sanità a quella possibile nella scuola”.
Intervento di: Simonetta Lingua (esperta in promozione della salute struttura DoRS)

Il counseling viene individuato come strumento efficace all’interno dei progetti sia in ambito sanitario che scolastico. Si tratta quindi di cercare di attivare in contesti sempre più numerosi la presenza di counselor all’interno dei gruppi di lavoro con queste linee guida: progettare, attuare e monitorare.
Serve una metodologia di lavoro chiara e condivisa all’interno di una cornice ben definita dove le varie figure professionali si possono rapportare e cooperare.
L’attività ambulatoriale di nutrizione e le abilità di counseling: viene messa l’attenzione sul counseling come strumento importante per intervenire sulla motivazione stessa del paziente. A proposito delle strategie messe in campo per “affrontare il problema della motivazione” (le risposte possibili erano: counseling individuale; opuscoli; linee guida; questionari specifici) quasi tutti mettono il “counseling individuale” al primo posto, certamente attribuendo un significato anche generale e intuitivo al termine stesso. Poiché la questione della motivazione e il significato del termine counseling sono questioni di cruciale importanza ai fini dell’efficacia complessiva dell’intervento. In questi anni anche in Italia si sta osservando come diversi ambiti lavorativi si interessino al counseling come possibile risorsa da sviluppare e che affianchi le competenze tecniche del professionista. Un insegnante, un medico, un avvocato, un infermiere affrontano quotidianamente relazioni e colloqui con i loro clienti, utenti, pazienti e la capacità di gestire con efficacia comunicativa la relazione può diventare un’utile risorsa lavorativa e personale. Molte scuole di formazione al counseling infatti hanno elaborato specifici percorsi formativi rivolti ai diversi professionisti per l’apprendimento della abilità di counseling. In particolare nell’ambito sanitario l’uso di queste abilità da parte degli operatori si concretizza in alcuni specifici momenti: l’accoglienza delle richieste e dei bisogni, la formulazione di ipotesi e di obiettivi da raggiungere, l’esplorazione di possibili cambiamenti e delle relative motivazioni che li supportino. Per un professionista l’uso delle abilità di counseling vuol dire intanto utilizzare un nuovo atteggiamento mentale che permette la lettura delle situazioni con occhi diversi ma soprattutto con nessi e collegamenti nuovi, lontani da giudizi e interpretazioni. Inoltre significa porre come obiettivo l’efficacia degli scambi comunicativi che si sviluppano in una relazione autentica, dove il paziente si sente accolto con le sue caratteristiche individuali. La qualità dell’accoglienza e della relazione rende possibile l’esplorazione delle difficoltà del paziente, la verbalizzazione, la stimolazione di nuove ipotesi e la definizione di compiti concreti; questi ultimi rappresentano la trasformazione delle indicazioni mediche, che sono gli obiettivi dell’operatore, in comportamenti concreti, che sono gli obiettivi del paziente. Infine significa abbandonare l’idea dell’improvvisazione: il percorso delle abilità richiede formazione.

4° INTERVENTO
“ La S.I.Co. , le istituzioni in Lombardia”
Intervento di: Maria Cristina Koch (consigliere nazionale S.I.Co.),

L’intervento illustra i rapporti che la S.I.Co. Lombardia è riuscita ad instaurare negli ultimi anni con le varie istituzioni presenti nel territorio e con i singoli counselor che operano nel territorio. Il counseling entra nella pubblica amministrazione a partire dalla della provincia fino agli sportelli di ascolto.
L’intervento è dedicato alla disciplina del counseling, alle sue prospettive di sviluppo e alle sue forme di utilizzo all’interno delle pubbliche amministrazioni. Viene fatto il punto sulla professione di counselor in Lombardia, sulle scuole che sono presenti nella regione, sull’evoluzione di questa innovativa disciplina che sta trovando sempre più spazio nelle aziende moderne per risolvere le conflittualità al loro interno, nelle associazioni per migliorare i servizi offerti, e nella pubblica amministrazione soprattutto per facilitare i rapporti con il personale e con la cittadinanza.
Numerose sono le ricadute positive che l’attività di counseling ha sull’ente pubblico perché gli consente, rendendo flessibili i suoi modelli organizzativi e risolvendo diversi tipi di problemi, di mantenere risorse e conoscenze indispensabili per la sua efficienza operativa che altrimenti andrebbero disperse.
Maria Cristina Koch presenta inoltre il progetto di avviare all’interno dei comuni, al servizio dei cittadini e del proprio personale, sportelli di counseling gratuiti. L’iniziativa, non solo facilita il rapporto tra utenti e pubblica amministrazione, ma si configura come un segnale esplicito della volontà degli amministratori di fornire a tutti l’occasione di una più piena, autonoma, responsabile partecipazione alla convivenza civile.
Di notevole interesse è stata l’esperienza con la Provincia di Milano, all’interno delle cui strutture ha condotto un corso di formazione per gli operatori provinciali delle agenzie del lavoro e ha contribuito, nelle sue differenti sedi, all’apertura di più sportelli di counseling.
Analogamente è accaduto con Aziende Sanitarie.In questi ultimi è stata ipotizzata l’apertura di sportelli gestiti direttamente dal personale infermieristico all’interno delle relative strutture sanitarie.
Vengono riportate diverse esperienze per illustrare meglio quanto sopra riportato:

– Istituto Europeo di oncologia: il counseling nell’ambito dell’oncologia (come si collega)
– Ospedale Maggiore Fondazione: convegno sul dolore come esperienza umana
– Lavoro con la regione Lombardia per riconoscere il counseling come professione
– Attività di counseling all’interno di piccole /medie imprese

L’insieme di tutte queste attività ha avuto come obiettivo comune quello di conferire dignità e riconoscimento al counselor come professione.

5° INTERVENTO
“ Rendere noi, counselor, vincenti le istituzioni”
Intervento di: Massimo Bruscaglioni (Fondatore di Risfor)

Riflessione sul rapporto che intercorre tra istituzioni e counselor.
Che cosa serve per definire un buon rapporto?
Che cos’è che definisce un professionista?

Le istituzioni, rispetto ad un organizzazione, hanno il compito di esistere e di fare esistere delle realtà nel territorio. Ci possono essere varie forme di counseling:

– counseling di accompagnamento/supporto: elementi fondamentali sono l’ascolto attivo, il dialogo e la comunicazione
– counseling contributivo ai processi: è importante sapersi confrontare con i risultati
– counseling generativo di un azione: aprire una possibilità, generare un valore.

6° INTERVENTO
“ Il counseling: dallo sport alla vita”
Intervento di: Alessandro Vergendo (Referente S.I.Co. per la regione Friuli VG)

L’intervento si è incentrato sul collegamento tra il counseling e lo sport.
E’ importante saper dare valore a quello che viene fatto, capire se un intervento funziona o non funziona.
Ma c’è qualcosa che sfugge a questi criteri di valutazione, a questi parametri, che non può essere misurato ed è la parte mentale dell’uomo.
Serve una forma di educazione mentale che porti ad una maggiore consapevolezza.
E’ importante saper cogliere il valore educativo e formativo del counseling e dello sport per poter trovare un connubio.
Lo sport è un riflesso degli istinti primordiali legati alla sopravvivenza, si sperimenta lo stress ma anche la capacità di adattamento continuo.
Diversi possono essere i fattori che determinano una prestazione:
– fattori non influenzabile
– fattori alienabili.

Se la componente biologica stabilisce i limiti superiori, la componente psichica può contribuire a determinare o meno il raggiungimento di questi limiti. Si tratta di sperimentare.
Viene successivamente illustrato il progetto “Deep inside” (profondamente immersi dentro). E’ un progetto fondato da Rosarita Gagliardi, presidente e consulente sportivo, ideatrice di progetti scolastici speciali tra i quali “Il Mare negli occhi del bambino e ragazzo” e la “Carta dei diritti del Mare”. Alessandro Vergendo, counselor sportivo e privato iscritto al registro S.I.Co., responsabile didattico del progetto Deep Inside collabora per la parte sportiva con le più importanti scuole e federazioni nazionali ed internazionali e con atleti olimpionici e primatisti mondiali di diverse discipline sportive.
Attraverso l’esperienza e competenze in diversi settori sportivi proponiamo delle metodiche innovative di allenamento. Così come nei vari settori di applicazione la metodologia di Deep Inside esprime bene la sua efficacia nelle varie esperienze.
Una preparazione sinergica tra la parte fisico/atletica e la parte mentale/psicologica. Per raggiungere gli obiettivi , non solo sforzo muscolare, ma anche stile, eleganza, efficacia del movimento, ottimizzazione delle energie. Fondamentale è imparare a conoscersi, gestire la parte di stress ed emotiva, riconoscere gli stati di tensione fisica e mentale attraverso l’autoconsapevolezza e intelligenza emotiva. Tutti aspetti che rivestono un’importanza fondamentale nella nostra vita quotidiana, non solo sott’acqua .
Le richieste e gli stimoli stressanti della società attuale sono più che mai aumentati. Sostenere i ritmi, raggiungere gli obiettivi personali, sportivi o professionali necessita la messa in campo non solo della massima professionalità ma anche la conoscenza e l’uso razionale di tutte le nostre risorse interne e potenzialità umane.
Deep Inside è un progetto innovativo per il riconoscimento e sviluppo sia delle potenzialità e risorse umane che dei codici individuali e sociali che ci regolano e che sempre più spesso, stereotipati, ci condizionano nelle scelte e nelle relazioni nella vita di tutti i giorni e nel raggiungimento degli obiettivi.
Deep Inside si basa su un programma e metodologia specifica e innovativa di preparazione e allenamento mentale e sulle dinamiche tra respiro – mente – corpo – relazione. I campi di applicazione di un simile progetto sono estesi e trasversali a diversi settori. Tra questi il counseling mette in evidenza delle questioni fondamentali:
– Quali sono le nostre risorse?
– Quali abilità?
Si tratta di creare un’armonia e una consapevolezza globale; la persona, tramite questo percorso, trova i modi per esprimere le proprie risorse, di sperimentare le proprie resistenze e di riemergere in superficie.
E’ importante la parola “acqua” intesa anche come riflesso che può dare del proprio corpo e della propria mente.
E’ un percorso di educazione al respiro, metabolizzare l’ossigeno, comprendere che si vive e ci si nutre di ossigeno e che si vive uno scambio reciproco tra quello che si da e quello che si riceve. Il progetto Deep Inside è’ caratterizzato dall’esplorazione del delicato equilibrio del mondo psico-fisico dell’essere umano, allo sviluppo dell’intelligenza emotiva, all’esplorazione di tecniche specifiche della gestione del respiro, delle abilità mentali e si differenzia per le tecniche specifiche e metodologia di lavoro favorite da un contesto ed elemento unico come l’elemento acquatico.
AMBITO AZIENDALE: Deep Inside si sviluppa attraverso un lavoro teorico-pratico specifico per migliorare la qualità dell’esperienza e il raggiungimento della massima performances individuale o di team. Si lavora sul riconoscimento e sviluppo delle risorse intrinseche della persona , atleta , manager, professionista per raggiungere con consapevolezza ed efficacia gli obiettivi prefissati personali , sportivi, professionali ed aziendali.
Alla fine una riflessione tra il mondo dell’azienda e la relazione che può esserci tra sport e counseling.
– Quali risorse trovare in situazione di emergenza?
– Economia dell’energia
– Vedere la realtà con occhi nuovi per poter cogliere e cercare delle opportunità
Uno dei patrimoni più importanti per l’azienda è sicuramente dato dalle risorse umane su cui può contare per affrontare le sfide attuali e realizzare gli obiettivi. Nel Project Managment oltre a stabilire le tecniche e la metodologia di lavoro per la gestione del progetto va portata attenzione anche al lavoro di team building che deve necessariamente coinvolgere i professionisti che lo compongono. Gli investimenti che vengono fatti per la specializzazione dei componenti di un team sono determinanti per il raggiungimento della performances e degli obiettivi aziendali. Per questo motivo il progetto Deep Inside organizza un lavoro specifico che supporta la professionalità dei componenti del team, del manager e dell’azienda. Prevede due fasi interdipendenti con esperienze pratiche accompagnate anche da nozioni teoriche. Il riconoscimento delle proprie risorse , la gestione delle risorse e delle abilità cognitive, la concentrazione, l’intelligenza emotiva, sono alcuni argomenti che vengono trattati e sperimentati per un primo passo che successivamente apre la porta ad un’esperienza straordinaria.
Questa esperienza passa attraverso l’esperienza pratica con l’uso di specifiche tecniche di respirazione, all’immersione in acqua, all’accettazione della pressione idrostatica e alle reazioni psico-fisiche conseguenti, alle fasi di apnea, alla libera espressione del gesto, ad una reazione psico-fisiologica unica che gestita favorisce le libere associazioni, a generare intuizioni, alla scoperta, a sorprendersi e sorprendere. Inoltre aumenta l’autoconsapevolezza, sincronizza corpo e mente per l’attivazione di importanti risorse utili al raggiungimento degli obiettivi e nello stesso tempo al lavoro in team, generando ulteriore coesione e forza focalizzata che, partendo dagli obiettivi personali, viene direzionata e rafforzata per gli obiettivi aziendali. Quando le forze dei singoli vengono sincronizzate e direzionate in un’unico obiettivo, il team diventa un organismo che non ha limiti capace di gestire pressioni straordinarie e raggiungere obiettivi incredibili. Vengono organizzati importanti eventi nazionali ed internazionali unici nel loro genere. Dagli eventi medico-scientifici, agli eventi sportivi a quelli turistico-culturali.
AMBITO EDUCATIVO: il futuro della nostra società risiede nei più piccoli e nelle scelte future che sapranno fare. Le problematiche del mondo infantile e adolescenziale sono sempre più sotto gli occhi di tutti, dalle cronache quotidiane alle esperienze silenti delle famiglie e comunità. Le cause principali di disagio e nei casi più gravi di morte si possono trovare in diversi settori e denunciati dall OMS- Organizzazione mondiale della sanità- da quello acquatico ( 2^ causa di morte al mondo- metà sapevano nuotare ), quello famigliare ( disagi , conflitti genitori figli ), quello sulle strade ( incidenti, prostituzione ), all’ambiente lavorativo o scolastico ( fallimenti, abbandono, disperazione )a quello sociale ( violenza uso, di droghe e stupefacenti ecc ). Queste cause colpiscono in prima linea i bambini e ragazzi che vanno nella fascia d’età dai 4 ai 20 anni .
In una società dove i ritmi sono aumentati vertiginosamente i pericoli di scelte sbagliate, non adeguate o di essere vittime di comportamenti stereotipati e condizionati da una propaganda mirata sono sempre maggiori. Deep Inside interviene in questo contesto con dei progetti importanti , tutti entrati nella formazione scolastica obbligatoria perché sostenuti da amministrazioni e assessorati delle regioni italiane più sensibili e lungimiranti.
Deep inside interviene con un progetto educativo e di formazione sull’intelligenza emotiva , fondamentale anche per migliorare l’apprendimento del ragazzo ma anche per riconoscere e gestire le proprie difficoltà e comprendere meglio le azioni da intraprendere nelle fasi critiche e di stress favorendo la cooperazione e il rispetto. L’altro aspetto riguarda l’educazione all’autoconsapevolezza, al respiro, all’autoprotezione, salvaguardia dell’ambiente e il rapporto con le istituzioni.
Progetti innovativi importanti già richiesti in molti istituti scolastici e da molte amministrazioni .

7° INTERVENTO
“Ore 10: Time out”
Intervento di: Claudio Bardini (Referente Regionale del Friuli per l’educazione alla salute e coordinatore dell’ufficio Educazione Motoria Fisica Sportiva)

Viene illustrato il progetto “Ore 10: Time out” che è stato attivato all’interno degli istituti scolastici che ha come obiettivo creare dei momenti di benessere fisico e psicofisico per gli studenti (obiettivi, metodologia, strumenti e verifica).
Si parte dalla premessa che lo sport (l’attività ludico – motoria, l’educazione fisica e la pratica sportiva) oggi più di ieri è un ingrediente FONDAMENTALE per la crescita dei nostri giovani.
Il progetto ha previsto precisi percorsi programmatici (e moduli sportivi) da attuare nel rispetto delle pluralità disciplinari (metodologiche e didattiche), rivolte al rispetto delle esigenze formative degli allievi e dei loro aspetti relazionali, emozionali e psicologici.
Il progetto ha previsto concrete occasioni di arricchimento e di apprendimento interdisciplinare e di programmazione modulare nel settore sportivo.
Ha avuto come obiettivo strategico degli interventi modulari per la valorizzazione del movimento, del gioco e dello sport come espressioni della corporeità, dell’educazione motoria e fisica.
La pratica motoria e sportiva sono momenti di crescita, di aggregazione sociale che contribuiscono a diventare luogo ed occasione privilegiata di esperienze formative capaci di offrire risposte importanti contro l’isolamento, l’emarginazione giovanile, i frequenti fenomeni di bullismo e tutte le problematiche adolescenziali e giovanili.
Il progetto, inoltre, era teso a favorire l’attività sportiva extrascolastica presente sul territorio e prevedeva una serie di uscite per poter far vivere agli studenti il maggior numero di esperienze sportive.

8° INTERVENTO
“ La Pec e le altre novità fiscali”
Intervento di: Giacinto Sabellotti (commercialista S.I.Co..)

Vengono illustrate le ultime novità fiscali che saranno attive dal 2015:
– sarà attiva la local tax che accorpa una serie di tributi (non più IMU e Tasi)
– non sono più detraibili le singole spese, ma viene riconosciuto una somma totale delle spese sostenute.
– Vi sarà una diversificazione nei gruppi di categoria per quanto riguarda il regine dei contribuenti minimi (no Iva sulle fatture, no ritenuta d’acconto, aliquota Irpef del 5%)
– L’aliquota sarà del 15%
– P.E.C (Posta Elettronica Certificata)  attività di intermediazione
– Fattura elettronica

9° INTERVENTO
“ Inventarsi una sede regionale: istruzioni per l’uso”
Intervento di: Daniela Molinari (Direttore sede S.I.Co. Liguria)

L’intervento si è incentrato sull’esperienza della S.I.Co. Liguria nella creazione della prima scuola di counseling gestita solo da counselor soprattutto per quanto riguarda l’aspetto della formazione e dell’insegnamento.
Una riflessione sulla figura del counselor si pone in una prospettiva educativa e formativa, aiutando la persona a riconoscere e comprendere il proprio “ mal d’anima “ e guidandola nella riappropriazione del proprio potenziale creativo.
Questo permette all’ individuo di imparare a riflettere, a capire e a sentirsi libero di esprimere la propria creatività, le proprie opinioni, i propri sentimenti.
A tal fine il Counselor sviluppa l’arte di ascoltare e di entrare in empatia con l’interlocutore, accogliendolo nella sua unicità e accompagnandolo nel suo Cammino, unico e irrinunciabile.

10° INTERVENTO
“Il counseling nella comprensione dell’altro: non solo un plus relazionale ma una necessità per la professione dell’insegnante”
Intervento di: Fulvio Bianchi (Preside Liceo Scientifico “Orazio Grassi” – Savona)

L’intervento si è incentrato sul convegno Convegno S.I.CO. “Quale famiglia” che si è tenuto ad ottobre 2014 in Liguria. Nel corso del convegno si sono trattati diversi temi:
La presentazione della professione del Counselor, delle scuole di Counseling, degli sbocchi lavorativi presenti e futuri.
Il ruolo delle figure di riferimento esterne alla famiglia insieme a quella dei counselor: insegnanti, allenatori, parroci, assistenti sociali, genitori, per creare un confronto e un dialogo su come sia possibile agire in sinergia ed operare positivamente nei disagi dei componenti di una famiglia che è in continua evoluzione.
In una famiglia dove spesso la figura paterna è sullo sfondo e quella materna sta assumendo sempre nuovi ruoli, può accadere che un ragazzo, disorientato, vada alla ricerca di nuovi valori e figure di riferimento in una società complessa e problematica come quella attuale. Il Counseling come sfida positiva a fianco della famiglia, nelle scuole, nelle istituzioni” ambiti, innovazione ed esperienze da condividere.

Viene presentato anche il libro “Quale Famiglia”: cosa si è fatto, come e perché. Una corsa attraverso i secoli per riflettere sui cambiamenti avvenuti nelle famiglie a seguito degli eventi politico-sociali delle varie epoche. Quali strategie usare e come i professionisti del settore possano intervenire favorevolmente, in sinergia e a fianco dei ragazzi e delle loro famiglie. Perché´ un libro sulla famiglia?”
Le pagine dedicate all’argomento su Internet e sugli scaffali delle librerie si sprecano. Eppure di cose da dire ce ne sono tante e la materia è` in così` rapida evoluzione che ciò` che si scrive e si dice diventa obsoleto, così` da dover essere in continuazione ripreso, riletto, rivisto. Nuove regole cambiano gli equilibri e i ruoli.

11° INTERVENTO
“A che punto siamo? Breve panoramica di come ci stiamo muovendo nel Veneto”
Intervento di: Anna Mason, Emanuela Schievano (Referenti S.I.Co. Veneto)

La S.I.Co. Veneto si pone come punto di riferimento per tutti i counselor della regione.
L’idea principale è quella di strutturare dei momenti d’incontro e di confronto con i counselor della regione Veneto, in modo da costruire e creare una rete di collaborazione su più livelli. I progetti proposti sono:

1. Manifesto delle idee
Creare un Manifesto delle Idee per ridefinire la figura del counselor nel territorio veneto, a partire dai riferimenti nazionali offerti dalla S.I.Co., fino alla rielaborazione delle esperienze in atto, anche attraverso le diverse sensibilità.
L’idea è di realizzare un testo comune, dove presentare chi è il counselor,il suo specifico professionale, le competenze e gli ambiti di intervento.
In questo modo sarà possibile creare una sintesi che tenga conto delle varie esperienze e conoscenze di tutti i counselor, per arrivare ad una definizione comune e condivisa. Il Manifesto delle idee vuole essere un documento a cui tutti i counselor possono fare rifermento, una linea guida per tutti coloro che non conoscono questa professione.

2. Mappa dei servizi
L’idea è di creare un data base a cui poter attingere per trovare delle informazioni utili in riferimento ai servizi presenti sul territorio. In questo modo sarà più facile trovare indicazioni inerenti la disponibilità per i tirocini, le possibili convenzioni con scuole o università, la disponibilità di spazi o eventi in cui potersi eventualmente inserire come S.I.Co..
Con questa mappatura sarà possibile individuare i centri operativi e i progetti presenti nel territorio.

3. Vademecum
Si tratta di ideare un Vademecum delle prassi operative per presentare progetti nei possibili ambiti di intervento. Quello ospedaliero e quello scolastico ne costituiscono degli esempi insieme a molti altri. Ogni committente ha delle esigenze specifiche. Nella presentazione di un progetto è importante leggerle ed interpretarle.
I contenuti e gli obiettivi devono costituire l’esplicitazione dell’idea progettuale ricevuta. Lo scopo, quindi, è di fornire queste linee guida che possano essere d’aiuto a tutti coloro che intendono presentare dei progetti

I tre progetti descritti hanno come obiettivo quello di creare un’identità comune e condivisibile della figura del counselor, ed un accompagnamento alla concreta strutturazione delle prassi operative.
Comunicare, condividere ed informare sono i nodi della rete che vogliamo costruire.

12° INTERVENTO
“La supervisione professionale di gruppo sul territorio”
Intervento di: Maria Adele Azzi (Referente S.I.Co. per L’Emilia Romagna)

Nella professione del counseling la relazione ha un aspetto davvero preponderante, se non costitutiva. La supervisione, pertanto, è un dovere etico per chi svolge un attività di aiuto. E’ importante avere chiaro il campo in cui operare, quali sono i limiti. Viene quindi richiesta un etica professionale e la supervisione è un aspetto molto importante. Il supervisore per il counselor è il counselor senior, un professionista che ha maturato una certa esperienza e che è quindi in grado di essere di supporto e di garantire uno sguardo critico e oggettivo.
La supervisione può essere sia individuale, sia di gruppo ed è una cassa di risonanza. Permette di fare emergere gli aspetti latenti nella relazione tra counselor e cliente e arricchisce gli individui mentre si sta lavorando insieme, aumentando la capacità di ascolto. La supervisione deve essere sempre presente nella progettazione per rivedere il lavoro e per tutelarsi.
Tutti i couselors, nessuno escluso, ha bisogno di supervisione, di un confronto con i colleghi e pensare di essere infallibili e onnipotenti è un errore non poco frequente in coloro che lavorano nelle cosiddette professioni d’aiuto.
Il counselor supervisore è simile ad un’ostetrica, di socratica memoria, che utilizza tutti gli strumenti a sua disposizione per aiutare il supervisionato a tirar fuori ciò che ha dentro e che ha difficoltà a uscire. Opera nella supervisione a livello didattico e formativo e offre supporto al counselor. È il professionista che ha come unico obiettivo quello di stimolare il cambiamento. La Supervisione è utile, soprattutto se “somministrata” con continuità nel tempo de permette di:
– Avere uno specchio di ciò che gli altri vedono di me come punti di forza e di fragilità riflettendo sulla dimensione, cosa gli altri vedono di me.

– A volte, o forse spesso, questa dimensione non coincide con chi sono io (la mia identità) poiché esiste anche una parte che rappresenta cosa gli altri non sanno di me.E’ importante perciò riflettere su questi nostri aspetti e sulle emozioni che ci provocano.

– Imparare a stare con i propri punti di forza e di debolezza nel qui ed ora,senza sfociare né nel senso di “onnipotenza narcisistica”…come neanche nella frustrazione dell’ “impotenza incapace”;

– Imparare, nel trattenere le proprie emozioni dentro di sé, a separare autonomamente e internamente ciò che mi serve da ciò che non mi serve, ciò che mi appartiene e ciò che invece riguarda “l’altro”, rispetto a ciò che mi viene detto durante la Supervisione.

– Questa è la base per una maggiore responsabilizzazione rispetto alla gestione delle proprie emozioni e delle proprie opinioni che diminuisce e/o sfuma la dipendenza dal giudizio altrui, aspetto fondamentale se si vuole “aiutare l’altro per professione”;

– Imparare a puntare l’attenzione sia su punti di forza che sui punti di fragilità di una situazione, cercando di osservare la relazione in modo fenomenologico ed “equilibrato” tra i due estremi. Questa capacità-competenza è spendibile poi nella vita professionale come strumento di automonitoraggio,

– Imparare a comunicare la propria visione della situazione all’altro sia nei punti di forza e quindi quelli piacevoli e probabilmente più facilmente accettabili dall’altro, che in quelli di fragilità, quelli che possono attivare il giudice interiore dell’altro e che spesso sono difficilmente accettati;

– riflettere sulle “percentuali” di punti di forza e di fragilità che vedo nell’altro, poiché sono utili informazioni su come io osservo il mondo, sul mio sguardo e quindi su di me;

– Imparare a costruire il proprio personale e unico approccio alla relazione d’aiuto e il proprio stile professionale, riflettendo sia sulle diversità di modalità di gestione del colloquio che sulle somiglianze/risonanze osservate nel lavoro altrui.

13° INTERVENTO
“ Lo sviluppo del counseling nel Lazio”
Intervento di: Virginia Vandini, Enrica Scambia (referenti S.I.Co.. per la regione Lazio)

L’intervento si è incentrato nell’illustrare come l’obiettivo della S.I.Co.. Lazio fosse di creare un gruppo solido di professionisti, per poter lavorare insieme con un obiettivo comune. Una riflessione poi sulla funzione del counseling oggi.
L’importanza del counseling è particolarmente forte in questo momento così ricco di profondi cambiamenti economici, sociali, culturali che per forza di cose si riflettono sull’anima di ciascun individuo. Di fronte all’instabilità che riguarda sempre più ambiti della nostra esistenza, l’errore più comune è chiudersi in se stessi o rifugiarsi nella routine lavorativa o sentimentale, anestetizzare piccoli e grandi malesseri con ansiolitici o risposte standard, mutuate dalla cultura di appartenenza, formule vuote che ripetiamo con finta convinzione (“è un periodo, passerà”).
In questi tempi di crisi, le istituzioni tendono a trascurare i servizi pubblici essenziali e a mettere da parte i servizi per la salute, la scuola, la cultura, come fossero abiti da conservare durante il cambio di stagione, in attesa di tempi migliori.
I counselor, così come gli psicoterapeuti, i medici, gli insegnanti, gli artisti e in generale tutti i professionisti che operano nei servizi sociali e culturali, hanno il dovere di combattere con forza ogni forma di superficialità e rispondere a un’esigenza di profondo cambiamento nella mentalità comune.

14° INTERVENTO
“ Il counseling scolastico”
Intervento di: Anna Filippini” (Criminologa, Counselor)

L’intervento illustra le modalità di attuazione e di sviluppo di uno spazio di ascolto all’interno degli istituti scolastici.
La finalità del progetto che ne orienta le singole azioni, consiste nel promuovere l’attivazione di sportelli di ascolto per gli studenti, nel prendersi cura dei minori elaborando e realizzando progettualità educative. Il progetto è finalizzato, dunque, al sostegno al tessuto sociale, attraverso la creazione e il rafforzamento di una rete di collaborazione e interazione tra le diverse figure professionali (docenti, counselor…ecc) nell’ottica della prevenzione al disagio minorile.
Per raggiungere la finalità il progetto ha a disposizione tre tipologie di azione (Formazione, Laboratori, Counseling); la progettazione delle attività realizzate è avvenuta in collaborazione con le persone referenti individuate nei singoli contesti dai rappresentanti degli enti coinvolti a livello territoriale.
Le attività realizzate negli istituti scolastici sono frutto di una solida partnership progettuale. Questo ha permesso di integrare risorse e competenze superando la logica frammentaria degli interventi realizzati nelle scuole giungendo alla progettazione condivisa, che ha previsto anche momenti di équipe congiunte, di una proposta unitaria e coerente ideata e realizzata insieme.

15° INTERVENTO
“Dall’ideazione alla realizzazione dei centri di ascolto”
Intervento di: Chiara Cesaro (professoressa presso Istituto compressivo Via Venezia Giulia)

I rapidi mutamenti della società attuale, il superamento veloce di idee e contenuti, l’esigenza di nuovi modi di pensare, di comunicare, hanno messo sempre più in luce l’importanza della comunicazione e dell’ascolto. Una risposta solamente informativa, basata prevalentemente sull’informazione riguardo alle scuole superiori e al mondo del lavoro, è da ritenersi, oggi, del tutto insufficiente.
Pertanto il processo di orientamento, quindi, non può limitarsi ad alcune notizie o ad isolati momenti di riflessione, ma entra a far parte di un progetto formativo sempre più globale a cui concorrono tutte le discipline e che vede protagonisti i ragazzi della scuola secondaria ed anche della scuola primaria.
Nel corso dell’anno scolastico viene, pertanto, predisposto un percorso di orientamento a più dimensioni tendente ad avvicinare i ragazzi ad una iniziale conoscenza del mondo del lavoro, a riflettere su di sé, sui propri interessi, a scoprire e ad esercitare le proprie potenzialità.
L’iter proposto, inoltre, è reso il più possibile operativo perché mette gli alunni in condizione di “Fare”. Orientarsi, quindi, non solo leggendo, parlando, ascoltando, ma realizzando comunicazioni chiare, lavorando con gli altri, scoprendo caratteristiche ed abilità personali, abituandosi ad applicare il “Sapere” acquisito, fermandosi e rileggendo nella dimensione soggettiva quanto scoperto e sperimentato.
In una prima fase di indagine e di ricerca, attraverso la somministrazione di questionari e di prove di tipo cognitivo specificamente elaborati, è possibile formulare una diagnostica formativa atta ad individuare i deficit nelle varie abilità, procedere ad una valutazione dinamica delle attitudini, degli interessi personali e dello sviluppo affettivo-relazionale degli allievi.
In una seconda fase conoscitiva ed operativa, dopo un’attenta analisi dei dati emersi dalle precedenti indagini, i docenti procedono all’implementazione di strategie opportune, volte a mettere il soggetto in formazione in grado di conoscersi, scoprire e potenziare le proprie capacità, affrontare i propri limiti, riguardo al “progetto futuro” personale.
Compatibilmente con i fondi assegnati alla Scuola, si è valutata l’opportunità di istituire uno sportello di ascolto.
E’ stato possibile uno spazio di ascolto, di consulenza e di condivisione rivolto agli studenti dell’Istituto, ai loro genitori agli insegnanti che ne facessero richiesta, rispetto a situazioni di difficoltà specifiche. Il servizio ha offerto agli studenti la possibilità di richiedere gratuitamente la consulenza.
Veniva fornita, inoltre, alle famiglie che ne facessero richiesta, una consultazione, per rispondere alle esigenze comunicate, attivando anche contatti con i servizi territoriali. Il servizio intendeva proporsi come un servizio di promozione della salute con obiettivi di contrasto della dispersione scolastica e della devianza, oltre che di educazione alla gestione del proprio benessere psicologico.

16° INTERVENTO
“Counseling e diritto al movimento”
Intervento di: Giovanna Milano (Counselor S.I.Co.)

Il movimento è indispensabile per la salute ed il benessere, rappresenta uno strumento naturale, di evoluzione fisica, mentale e relazionale.
In questo contesto il counseling diventa uno strumento per promuovere il benessere e non solo. Il counselor come figura professionale è un professionista operante nel mondo dello sport che ha acquisito le conoscenze e le competenze per pianificare, realizzare e verificare interventi di counseling con i singoli atleti, con le squadre, con le società sportive e con i tecnici, sia di alto livello agonistico, sia del settore giovanile. Promuove dunque il benessere in ambito sportivo in quanto facilitatore e mediatore delle abilità individuali, interpersonali e di comunità, utilizzando le metodologie più idonee a tali scopi.
Nella sua formazione confluiscono molte discipline di base (la psicologia clinica, la psicodiagnostica, la psicologia dello sviluppo, la psicologia di comunità, la psicopedagogia, ecc.) ed altre specifiche dell’ambito sportivo (la metodologia dell’allenamento, la biomeccanica, elementi di tecnica delle discipline sportive, la fisiologia, ecc.). Possiede competenze nell’intervento di counseling sportivo, in particolare valutazione del problema; analisi dei valori/cultura dell’ambiente e dei singoli (atleti, staff tecnico, staff manageriale); valutazione dei tempi dell’intervento; costruzione della relazione d’intervento (aggancio/empatia); verifica, in itinere e conclusiva. Il counselor partecipa agli allenamenti, incontra a colloquio l’atleta, i tecnici; prepara mentalmente l’atleta e/o la squadra all’ allenamento e alla gara; collabora con i tecnici nella pianificazioni degli allenamenti e delle gare; collabora con il livello dirigenziale nel miglioramento del servizio offerto.
Gli obiettivi generali sono:
1. Lavoro finalizzato alla crescita personale (essere): i partecipanti saranno aiutati ad accrescere la propria consapevolezza rispetto al loro tipo di struttura psicologica, in modo da poter focalizzare pregi e limiti che influenzano o potrebbero influenzare, positivamente e negativamente, le dinamiche interpersonali che sorgono nei rapporti dello sport e delle attività motorie.
2. Lavoro finalizzato all’addestramento di tecniche specifiche d’intervento (= fare): i partecipanti saranno indirizzati ad esercitarsi sugli atteggiamenti di empatia e congruenza, atteggiamenti indispensabili ad ogni rapporto che voglia rispettare l’individualità di ogni persona.
3. Lavoro finalizzato all’apprendimento (sapere): i partecipanti saranno aiutati a riflettere sulla specificità e molteplicità delle problematiche relative al rapporto operatore sportivo ed atleta, acquistando le conoscenze delle scienze umane necessarie per un counsellor.

Perchè un counselor nello sport?
Per vincere ci vogliono gambe, cuore e testa: la condizione fisica e le capacità tattiche e motorie dell’atleta sono il fondamento su cui costruire una buona performance, ma se aggiungiamo ad esse il controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate ed allenate, si pongono le condizioni necessarie per ottenere un buon risultato. Ma non bisogna mai perdere di vista il concetto di uomo – atleta; l’agonista non è un robot, non è un gigantesco meccanismo sostenuto dagli sponsor e da complesse manovre di tipo economico.
E’ un uomo, un uomo che ha scelto di sfidare sé e gli altri, con i suoi punti deboli e le sue illimitate potenzialità; lo psicologo dello sport deve tenere bene in mente che dedicherà il suo sostegno ed il suo contributo in primis all’uomo, e in secondo luogo all’atleta che c’è in lui, il quale rappresenta solo una parte della sua complessità’.
Essere”, quindi prima di tutto e in quanto tale da comprendere in toto, da supportare globalmente. La scienza ha dimostrato che, in qualsiasi sport, un corretto allenamento mentale è in grado di incrementare notevolmente le prestazioni. I risultati di un tale connubio danno spesso, specie nelle fasi iniziali, risultati incredibilmente validi, permettendo all’atleta il tanto atteso “salto di qualità”.
In tutto questo il counselor ha il compito, arduo e costante di “ascoltare in modo attivo”, eventuali disagi, presenti vecchi e nuovi che possano limitare le prestazioni.
Provate a pensare al proprio vissuto che ci plasma in una forma o nell’altra che però, possa rivelarsi col sopraggiungere dei pressanti impegni più o meno adeguata agli eventi che ci capitano nel trascorrere della attività agonistica ad alti livelli. Come in natura, ciò che funziona meglio è quel che è solido ma sufficientemente flessibile allo stesso tempo. Come in natura, l’essere che sopravvive è quello che senza stravolgimenti della propria conformazione strutturale, riesce ad adattarsi all’ambiente in cui vive con le proprie risorse e strategie di sopravvivenza. Il trucco quindi sembrerebbe risiedere nelle proprie qualità ereditate o apprese che siano. Una strategia di sopravvivenza che per anni ha funzionato, causa di una sua eventuale rigidità, potrebbe al verificarsi di un cambiamento “ambientale”, una malattia, la morte di un caro, un figlio, non essere più adeguata alla nuova situazione. Da qui il “disagio” inteso non come patologia ma come “crisi”. Il Counselor è quindi colui che funge anche da elemento di catalizzazione aiutando cioè il soggetto a divenire qualcosa con caratteristiche diverse pur rimando sempre se stesso. Lo fa con un rapporto speciale ed uno speciale sentire. Il rapporto Counselor-Atleta è inteso come un incontro tra due esseri umani in crescita continua ma nell’ambito sportivo come in tutti gli ambiti del counseling, “qui il counseling agisce come riflettore aiutando la persona a mettere a fuoco ciò che non è altrimenti visibile al soggetto.

17° INTERVENTO
“ L’altra faccia dello sport. Il mondo paralimpico”
Intervento di: Pasquale Barone (Presidente CIP Lazio)

Panoramica della realtà paralimpica nella regione Lazio.
Uno degli obiettivi è è quello di mettere al centro dell’attività del CIP Lazio, la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva per le persone disabili in età evolutiva. In questo senso risulta fondamentale avviare, in sinergia con le Federazioni Sportive, progetti di promozione sportiva rivolti ai giovani e alle scuole del territorio laziale. Confermando il ruolo fondamentale dell’istituzione scolastica nel processo di formazione, educazione e socializzazione dell’individuo, sarà necessario sviluppare progetti d’attività sportiva, ideare un percorso formativo – educativo che possa essere il più funzionale possibile, svolgendo azioni concrete per soddisfare e orientare allo sport gli alunni disabili.
Uno degli obiettivi primari che il CIP intende realizzare è quello di costruire progetti di attività mirata rivolta agli alunni disabili delle scuole laziali.
Il CIP intende entrare nelle istituzioni scolastiche per attivare con gli alunni con disabilità progetti di pratica sportiva gratuita, in collaborazione con le società e con i tecnici del territorio. Di necessaria attuazione è anche l’avvio, in accordo con i Comitati delle Federazioni, di corsi di formazione dedicati alla preparazione di nuovi tecnici per le diverse discipline. Inserire nuovi tecnici nell’universo sportivo laziale è un passo essenziale affinché le richieste di attività sportiva da parte di persone con disabilità possano essere sempre soddisfatte, ampliando, inoltre, il ventaglio delle opportunità sportive attualmente disponibili. Il CIP Lazio s’impegna anche ad intervenire nei vari settori giovanili, in modo particolare per le quattro disabilità – non udenti, non vedenti, disabilità intellettiva e relazionale – affinché siano sempre di più i giovani che si avvicinano allo sport Paraolimpico, al fine di promuovere un modello di sport che non ammetta differenze. Si cercherà inoltre di rafforzare la rete di contatti con gli Enti locali attraverso l’avvio di rapporti di collaborazione attraverso protocolli d’intesa. In questa direzione risulterebbe fondamentale attivare proficue collaborazioni con i centri di riabilitazione e le unità spinali del territorio.
Per quanto riguarda le proposte, queste si possono concentrare in un lavoro suddiviso in tre fasi: il primo momento non può che essere quello del dialogo, sia con la “base” che con le istituzioni; il passo successivo riguarda la condivisione di quelle che possono essere definite le problematiche da affrontare.
Solo una volta chiariti i punti sui quali va concentrato l’impegno, si può passare all’ultima fase, quella della progettazione e della realizzazione di una ricetta che offra spunti reali per migliorare le condizioni di chi fa sport e di agevolare chi pensa di farlo. Tra gli obiettivi del Coni Lazio, il primo sarà di favorire la pratica sportiva in tutte le sue forme, nel rispetto della dignità e del valore delle persone che lo praticano, indipendentemente dalle loro abilità.
La sinergia tra lei e il Comitato Regionale Lazio del CIP potrà senz’altro contribuire allo sviluppo e alla promozione dello sport Paraolimpico.

DOMENICA 30 NOVEMBRE
1° INTERVENTO
“ Con Ring, il counseling a Napoli entra nelle municipalità”
Intervento di: Giovanna Borrello (Referente S.I.Co.. per la regione Campania), Giuseppina Orpello, Emilia Monaco.

Quadro generale della figura del counselor nella municipalità di Napoli dove emerge fin da subito che è possibile istituire un buon rapporto con le istituzioni, se c’è già una relazione precedente o se di fa parte di esse. Le istituzioni si chiudono spesso a riccio e per questa ragione non è sempre facile trovare una strada comune per incontrarsi. E’ possibile stabilire delle buone relazioni con le istituzioni offrendo la proprio professionalità.
Illustrazione del progetto Con Ring, che nasce nell’ambito delle pari opportunità e ha come scopo il benessere delle donne a partire dalle condizioni di lavoro.
RinG è un progetto per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per le donne della città di Napoli, al fine di ridurre i consistenti e visibili divari di genere che ancora si registrano tra donne e uomini e, in molti ambiti, tra donne della città partenopea e quelle di altre aree del paese. Il progetto è fondato sul rapporto con il territorio e le istituzioni presenti. Ring è una rete di reti, di donne e per le donne, per una cittadinanza attiva e consapevole e per la conciliazione di tutti i tempi di vita: un circuito che si autoalimenta e che alimenta la programmazione della qualità della vita nei diversi luoghi urbani e che mette in rete tutte le attività del territorio che sostengono e migliorano l’occupabilità e l’empowerment delle donne.
Ring è il luogo simbolico del combattimento, della lotta contro i pregiudizi, gli stereotipi, le discriminazioni, le ingiustizie e i soprusi che le donne subiscono ogni giorno, perdendo le energie e la dignità necessaria per affermare il loro ruolo di protagoniste della crescita delle comunità e delle economie della città.
Ring è il campanello che le donne suonano per cercare risposte, consigli e aiuto nella ricerca o nel mantenimento di un lavoro o per inventarsene uno, è il campanello di allarme che attira l’attenzione sulla condizione delle donne nelle città dei nostri tempi. Ring è l’anello, la fede che suggella l’impegno della governance della città di Napoli ad ascoltare la voce delle donne, a tener conto delle loro opinioni e proposte in quanto principali portatrici di interessi e bisogni, a partire dal lavoro di cura , dentro e fuori la famiglia. E’ un’infrastruttura sociale concepita e organizzata in modo da rendere permanente, accessibile e fruibile un network capillare di servizi e strutture di supporto all’inclusione sociale e lavorativa delle donne, attraverso un hub centralizzato – S.U.D. – Sportello Unico per le Donne”- , e 10 sportelli nelle 10 municipalità del Comune di Napoli in rete tra loro.
Ring è il modello di progetto urbano (Vienna – XIX secolo) che ha ispirato i piani di numerose città europee e che rappresenta un caso esemplare del modo in cui lo spazio aperto urbano diviene elemento strutturante e principio organizzatore.
Il progetto è stato pensato per la costruzione di una maggiore equità di genere nella città di Napoli attraverso la declinazione dell’autonomia femminile nelle sue tre dimensioni:
– un’autonomia fisica per essere libere di vivere pienamente e serenamente i luoghi dell’affettività (famiglia, coppia,amici…) e della città (dell’abitare, del lavorare, dell’istruzione, dello sport, del divertimento,…)
– un’autonomia economica legata alla capacità di generare reddito attraverso un’attività lavorativa che consenta di possedere risorse finanziarie anche per la realizzazione personale e professionale
– un’autonomia decisionale per reali opportunità di scelta e di partecipazione attiva in tutti i processi che incidono sulla qualità della vita personale e della comunità

Ring realizza analisi delle condizioni di vita della popolazione femminile napoletana che permette la conoscenza dei bisogni di cittadini e cittadine che abitano i diversi quartieri della città con particolare riferimento ai servizi per la conciliazione;
Realizza Forum territoriali di progettazione partecipata per il disegno di un Atlante di conciliazione che sia di input per un Piano dei tempi della Città;
Realiza inoltre una raccolta di pratiche per le Pari opportunità e la Conciliazione presenti anche a livello internazionale.
Attivazione di una rete di 10 Sportelli territoriali in tutte le Municipalità e un Central Point quale Cabina di regia, che forniranno informazioni necessarie all’occupabilità, alle opportunità legislative ed ai servizi per la conciliazione dei tempi, e faciliteranno contatti e relazioni con uffici ed enti di competenza.
Elaborazione di 10 Piani di Azione Locale, uno per ogni Municipalità, frutto del processo di negoziazione tra cittadini e cittadine, Municipalità, enti, istituzioni, imprese, soggetti collettivi per armonizzare, nel rispetto delle differenze, politiche, reti di servizi e azioni per la conciliazione dei tempi e il benessere quotidiano.
Sensibilizzazione di datori e datrici di lavoro sul valore della diversità di genere nelle organizzazioni e promozione dell’empowerment femminile:
– Seminari tematici per l’adozione di modalità organizzative “amiche delle donne”;
– Laboratori di rafforzamento delle competenze;
– Informazioni ed aggiornamento nei luoghi di lavoro;
– Promozione di interventi di sostituzione temporanea per le imprenditrici e lavoratrici autonome.
Nella 1° fase c’è stata l’attuazione di un forum per creare un osservatorio e registrare i servizi presenti a Napoli. L’osservatorio è un occhio aperto quotidiano sulla città che produce, con l’aiuto di tutti, fotografie aggiornate su elementi positivi e negativi delle realtà municipali. E’ un luogo virtuale di incontro, approfondimento e indirizzo e uno spazio fisico di aggregazione, condivisione e cooperazione. L’ Osservatorio per la parità e le pari opportunità di genere è il braccio scientifico della Rete e dell’Amministrazione comunale napoletana. Raccoglie, sistematizza, elabora e diffonde informazioni, pratiche e dati utili per la programmazione e la diffusione di politiche e strumenti operativi per l’empowerment femminile, la cultura di PO e il mainstreaming di genere in tutti gli aspetti della governance della città
Nella 2° fase sono stati aperti gli Sportelli RinG collocati in ciascuna delle 10 Municipalità del Comune di Napoli. La Rete di tutti e dieci gli sportelli è guidata da un Central Point quale Cabina di Regia. I servizi di sportello sono rivolti alle donne di tutte le età che abitano e vivono Napoli: inattive, disoccupate ed occupate, autoctone e immigrate; a imprese, parti sociali, amministrazioni pubbliche, associazioni ed organizzazioni.
Accoglienza: gli operatori di sportello prestano servizio tutti i giorni presso la sede messa a disposizione da ciascuna Municipalità e accolgono le utenti supportandole nella compilazione di un’apposita scheda che verrà caricata dallo stesso operatore nella sezione dedicata sul portale web. Attraverso il primo colloquio l’operatore individa le modalità del secondo contatto, procedendo anche ad una profilatura dell’utenza che dovrà consentire un eventuale re-indirizzamento dei servizi secondo una logica di work in progress degli sportelli.
Informazione: gli operatori forniscono informazioni necessarie all’occupabilità, alle opportunità legislative ed ai servizi per la conciliazione dei tempi, e facilitano i contatti e le relazioni con uffici ed enti di competenza.
In particolare le informazioni riguarderanno: servizi esistenti presenti sul territorio per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro / Pari opportunità
Informazioni inerenti le offerte/possibilità formative di lavoro presenti sul territorio le principali normative nazionali e regionali in tema di pari opportunità sulle seguenti tematiche:congedi parentali, congedi di paternità, assegni famigliari, welfare aziendale, salute, maternità e luogo di lavoro, norme antidiscriminatore nel lavoro e nell’assunzione…ecc.
L’obiettivo è quello di mettere in rete tutte le attività del territorio che sostengono e migliorano l’occupabilità e l’empowerment delle donne.

Orientamento/Counseling: gli sportelli garantiscono all’utenza la possibilità di incontri specifici e dedicati con i counsellor per svolgere colloqui di orientamento due volte alla settimana. Lo sportello di counseling è quindi aperto a tutti e offre i seguenti servizi:
– ascolto attivo per soggetti che vivono un forte stress emotivo (lavoro, famiglia, relazioni affettive ecc.)
– orientamento all’azione: persone che devono prendere decisioni e vivono l’incertezza
– ripristino del benessere corporeo ed energetico per coloro che si sentono scarichi e privi di motivazione

Formazione e sostegno individuale: sono previste azioni formative e di sostegno individuale quali:
– Servizi di supporto alla collocazione lavorativa: redazione ragionata del Curriculum Vitae Europeo, lettera di candidatura, colloquio di lavoro
– Mediazione linguistico / culturale: supporto al rapporto con i servizi pubblici ( es. consulenze sulle pratiche amministrative )
– Sessioni di orientamento al lavoro dipendente, autonomo e alla creazione di impresa
– Consulenza per la realizzazione di progetti d’impresa Sessioni di Autovalutazione: Bilancio delle competenze.

2° INTERVENTO
“ Il counseling strumento di lavoro sul territorio”
Intervento di: Valentina Raiola (Presidente scuola Eneka)

La scuola “ENEKA Ricerca di Senso” propone la formazione al counseling filosofico come pratica integrata la cui conoscenza filosofica è completata da una competenza psicologica condotta in un’orizzonte fenomenologico-esistenziale. Largo spazio, sia nelle attività didattiche che pratiche, viene dato allo stile delle Medical Humanities e alla dimensione estetica dell’esistenza. A partire da questo presupposto punta sull’attivazione formativa e professionale di counselor come figure emergenti nel campo della relazione d’aiuto, che partendo da una dimensione di radicamento territoriale sappiano individuare, riconoscere e attivare le risorse della propria realtà contaminandole con visoni e paradigmi trasversali all’individuo e alle diverse visoni, teoriche e pratiche, dell’abitare il mondo.
La scuola riconosce il valore dell’esperienza estetica nelle prassi di cura e benessere. L’esperienza estetica, così come ci viene indicato dal pensiero di S.Weil e di M.Zambrano, rappresenta la possibilità etica di rintracciare i legami necessari entro cui l’esistenza assume un volto solidale, serve a ricostruire i vincoli necessari a non deragliare creando una valorizzazione attiva del contesto in cui si va ad agire. Eneka tra le sue attività formative promuove:

– Il Corso Triennale di Alta Formazione in Counseling filosofico-esistenziale approccio integrato accreditata dalla S.I.Co..
– Corsi di Skills Counseling, corsi di formazione e approfondimento sui temi delle Medical Humanities
– Laboratori esperenziali di prassi filosofiche di senso,laboratori integrati di counseling e medicine integrate,laboratori pratici per offrire strumenti conoscitivi e di supporto per i professionisti delle relazioni d’aiuto e per tutti coloro interessati ad accrescere il proprio benessere,competenze relazionali e il senso del proprio fare.

Il territorio fornisce dei punti di riferimento storico identitario e offre degli spazi per dare parola a chi non ha la possibilità:offrire uno spazio di ascolto.
Il problema principale di queste realtà degradate dal punto di vista socio-cultura è la squalifica della persona in una realtà territoriale depauperata.
I progetti che vengono attivati dalla scuola hanno come obiettivo di ricostituire l’identità dell’individuo, lavorando su più livelli.
Uno di questi è il linguaggio, lavoro sulla parola per prendere consapevolezza. Progetto su 4 livelli:

1. laboratorio della parola
2. sportello di supporto integrato alla persona
3. percorsi formativi e professionalizzanti
4. percorsi estetici

Un esempio di questi progetti è lo sportello di counseling e laboratorio di apprendimento sociale.
Il Counseling è contesto e strumento incisivo di intervento a tutela dell’individuo e dei gruppi, individuando e attivando tutte quelle risorse materiali e immateriali che concorrono alla trama dell’esistenza e al suo progredire. Nel novembre del 2011 nasce Cura e Territorio, sportello ci counseling e laboratorio di apprendimento sociale, rivolto alle donne che vivono disagi esistenziali, sociali e culturali.Il laboratorio ha lo scopo di promuovere e diffondere l’educazione all’autonomia del sentire e del prendersi cura come metodo e premessa per riscattare le reti culturali in cui le donne si trovano a vivere dando loro la possibilità di formare rappresentazioni di vita diverse e qualitativamente migliori.

L’attività si articola su due diversi livelli:

1) Il laboratorio della parola: uno spazio di confronto, guidato da counselor, per le donne del territorio; si tratta di un laboratorio sperimentale con lo scopo di costruire autonomia ridando forza e dignità alla ‘parola’ per sviluppare autoconsapevolezza attraverso la possibilità di raccontare e rileggere i propri vissuti, apprendendo nuove categorie per analizzare i nodi problematici della propria esistenza partendo da più punti di vista e su più piani di percezione. Il confronto di gruppo è finalizzato soprattutto ad avviare un processo di apprendimento sociale stimolando un pensiero creativo e critico in grado ridefinire la propria storia sollecitando decisioni e cambiamento.

2) Lo Sportello di Supporto integrato alla persona sostegno: lo sportello è uno spazio rivolto soprattutto alle donne e ai minori, le sue attività partono dalla relazione d’aiuto in momenti difficile dell’esistenza alla cura del corpo nel rispetto dei tempi e dei ritmi naturali. Al suo interno ci sono volontari, operatori e professionisti, che mettono a disposizione dell’utenza a titolo gratuito le loro competenze per attività di orientamento specifico. Lo sportello garantisce la tutela della privacy. Si tratta di un lavoro sul sapere e sul saper fare dove emerge una storia di solidarietà e di prossimità. Emerge un profilo di esistenza che ha una sostanza. Questo progetto ha permesso alle donne di riconoscere i punti critici della loro vita, ha permesso di raggiungere una maggiore consapevolezza.
Viene stipulato un protocollo d’intesa con il finanziamento da parte di sponsor o tramite bandi regionali.
L’orizzonte esistenziale è la comunità che lavora utilizzando la parola e dove il linguaggio risulta essere un fondamento della comunicazione come modo di relazionarsi. La comunità viene considerata come soggetto attivo.

3° INTERVENTO
“Addiction Counseling: dalle comunità terapeutiche alle istituzioni scolastiche”
Intervento di: Rino Finamore (Referente S.I.Co. per le regioni Basilicata e Puglia)

Il termine inglese addiction(1) – in italiano “dipendenza patologica”, deriva dal latino addictus (termine utilizzato nell’Antica Roma per indicare lo schiavo o il servitore che diveniva tale per non poter pagare i debiti, la cui condizione durava fino all’estinzione del debito) ed emerse negli ambienti scientifici inizialmente per descrivere la condizione di schiavitù che si instaurava con l’uso di droghe.
Sebbene le dipendenze principali e maggiormente conosciute siano state fino a pochi decenni fa quelle inerenti alle droghe e all’alcool, oggi più che mai è vivo l’interesse per un altro gruppo di dipendenze, legate ad oggetti o comportamenti presenti nella vita quotidiana di tutti e che non hanno nulla a che vedere con l’abuso di sostanze. La dipendenza da sesso, Internet, shopping compulsivo, gioco d’azzardo, lavoro eccessivo, così come la ricerca continua e incessante di esperienze sentimentali e di stati di innamoramento, costituiscono un gruppo eterogeneo comunemente definito come “dipendenze comportamentali” o “nuove dipendenze” o, ancora, “new addiction”. Esse sembrano essere l’espressione di un disagio profondo e di un malessere culturale vasto e pervasivo, richiamando la nostra attenzione sulla necessità di ascoltare e decodificare una domanda di aiuto che si esprime spesso con modalità paradossali. Sebbene ogni forma di addiction sia caratterizzata da aspetti specifici, nel loro insieme sembrano manifestare un desiderio di fuga dalle difficoltà della vita quotidiana e un’incapacità a tollerare la sofferenza psichica che porta, a volte quasi consapevolmente, a rinunciare all’uso del pensiero critico e della riflessività a favore di uno stato soggettivo di piacere e in certi casi di euforia (cioè alterazioni dello stato di coscienza ordinario) messo in atto con modalità progressivamente più compulsive. Le ricerche attuali illustrano come i fenomeni di dipendenza possano essere situati lungo un continuum che va dal normale al patologico. Le dipendenze comportamentali o da sostanze influenzano e distorcono a differenti livelli di gravità l’esperienza individuale di molte persone. Si tratta di un particolare coinvolgimento in un’abitudine ripetitiva e persistente, che non tiene conto delle conseguenze e che sviluppa più o meno rapidamente una condizione di tolleranza. Inoltre, tutti i comportamenti di dipendenza sembrano essere accompagnati da qualche forma di craving – più o meno preponderante, inteso come un’attrazione talmente forte verso alcune sostanze o esperienze allettanti da comportare una perdita di controllo e la messa in atto di una serie di azioni “obbligatorie” volte alla soddisfazione del desiderio, anche in presenza di ostacoli o pericoli. Le persone diventano dipendenti da esperienze che possono (e spesso hanno come scopo) modificare l’umore e le sensazioni e, pertanto, prima ancora di essere una condizione neurobiologica o un problema sociale, la dipendenza può essere considerata un fenomeno individuale che può presentarsi nel corso dello sviluppo psicologico come risposta a specifici fattori evolutivi. Essa, infatti, non interviene casualmente nella vita delle persone, ma è conseguenza di una vulnerabilità di base che permette l’instaurarsi di una modalità di comportamento alla quale ricorrere sotto stress o quando ci si sente soverchiati da sensazioni ed emozioni non identificabili o gestibili.
L’Internet addiction, le droghe, lo shopping, il sesso o il gioco d’azzardo hanno quindi come scopo principale il cambiamento della percezione di sé e dell’ambiente circostante: servono a modificare lo stato di coscienza ordinario, il cui disagio e la cui sofferenza non possono essere regolati in altro modo.
La lingua inglese opera un’importante distinzione tra i termini addiction e dependence, che in italiano sono invece tradotti con la stessa parola “dipendenza”, pur avendo significati molto diversi. Con addiction si vuole definire una condizione generale, in cui la dipendenza psicologica da una sostanza o da un oggetto spinge alla ricerca dell’oggetto stesso, senza il quale l’esistenza sembra priva di significato; con dependence, invece, si intende la dipendenza fisica e chimica, ovvero la condizione in cui l’organismo necessita di una determinata sostanza per funzionare e quindi la richiede.
La dipendenza è un’alterazione del comportamento che da semplice abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere.
L’Addiction Counseling è una particolare relazione di aiuto per affrontare nello specifico il problema della dipenza. Rispetto alle altre forme di counseling ha una maggiore direttività, maggiore utilizzo di componenti di controllo e monitoraggio.
Il counselor che opera in questo specifico ambito conosce bene le varie forme di dipendenze ed è chiamato per un intervento specifico, è centrato sul raggiungimento di obiettivi a breve termine e quindi il lavoro è sul “qui” e “ora” con obiettivi comportamentali e una particolare attenzione al presente.
Il counseling è compatibile con altre forme di trattamento, considerata la natura multifattoriale della dipendenza; si tratta per tanto di un lavoro prevalentemente di equipe. Il counselor ha un ottimo grado di resilienza e può attivare interventi per il singolo, la coppia, il gruppo o le famiglie.
L’obiettivo del counseling farmaco è per creare in tossicodipendenti propria motivazione a voler cambiare e di svolgere un ruolo cruciale nel lavorare a fianco del consigliere per creare un piano per il cambiamento.

4° INTERVENTO
“ Esperienze di counseling nell’ambito dei progetti dei PSZ Piani Sociali di Zona”
Intervento di: D’Ambrogio Gianni Mario (Conselor S.I.Co.)

In questo intervento si è parlato dell’importanza di inserire l’attività del counseling all’interno di un’equipe e all’interno dei progetti. Il counselor viene visto come “facilitatore” del processo di ricerca.
I piani di zona sono l’unione dei comuni: pianificare i piani d’intervento nella zona.

– piani di lotta alla droga: interventi scolastici e interventi di zona
– centri diurni per l’infanzia e l’adolescenza
– prevenzione universale  lavoro sul linguaggio
– corsi sull’autobiografica in situazione di detenzione
– centri di ascolto
– gruppi di sostegno alle famiglie e consultori famigliari.

5° INTERVENTO
“ Il counseling e la formazione del personale sanitario: Basic Counseling Skills”
Intervento di: Paolo Miglionico (pedagogista, counselor)

Nel contesto sanitario il concetto di aiuto e di relazione è sicuramente fondamentale. E’̀ essenzialmente una relazione di aiuto i cui principali obiettivi sono quelli di sostenere, prendersi cura e assistere il paziente.
In questo ambito i professionisti che operano hanno il “compito” di assistere (adsistere), ovvero star seduto accanto al malato e curarlo, adducendo al termine cura il significato del verbo inglese to care ossia l’avere a cuore l’altro, il preoccuparsene amorevolmente. Il processo di trasformazione degli ultimi decenni del mondo sanitario ha richiesto nuovi modelli organizzativi e la ridefinizione dei ruoli dei diversi soggetti coinvolti nella relazione di cura.
Senz’altro è cambiato anche il ruolo del paziente che non è più solo il destinatario di interventi decisi ed attuati nel suo interesse, ma è riconosciuto titolare di un incomprimibile diritto all’informazione e partecipe nella scelta delle cure.
La presa in carico prevede una visione globale del paziente, un approccio olistico in cui la cura del corpo, le emozioni e le sensazioni del paziente, l’ambiente strutturale e sociale, le relazioni affettive con i familiari e non ultimo le componenti economiche del nucleo familiare assumono un’importanza fondamentale tali da diventare “strumenti” del progetto assistenziale.
In questo contento il counselor assume di conseguenza la funzione di facilitatore: accompagna il cliente attraverso un percorso progettato, valorizzando la sua
dimensione esistenziale, le sue soggettività, supportando e guidando il familiare in una dimensione spazio-temporale non definita a priori, dove l’efficacia della cura passa in secondo piano rispetto alle sue esigenze reali e contingenti.
Il counselor, in funzione della sua specifica responsabilità professionale, con la sua ricca dimensione comunicativa, relazionale ed educativa, è il promotore e sostenitore del cambiamento.
Nella formazione del personale sanitario è indispensabile fornire conoscenze e competenze concernenti la comunicazione, il counseling, la pedagogia, la sociologia e l’antropologia sanitaria. La formazione deve comprendere il sapere, il saper fare e il saper essere. La dimensione del sapere è strettamente connessa con il reperimento di informazioni, arricchimento teorico, studio, letture, riferimenti bibliografici e, anche sul piano personale, dal riconoscimento di se stessi e delle proprie dinamiche, in una dimensione tuttavia essenzialmente razionale.
Il saper fare è collegato all’apprendimento di tecniche e alla capacità di tradurre in operatività il bagaglio del sapere.
La dimensione del saper essere, a volte trascurata nel processo di formazione, è strettamente collegata con gli aspetti personali e alla risoluzione-gestione dei conflitti. Non si può pensare di entrare in relazione con il malato senza un buon livello di consapevolezza personale e relazionale, senza partecipare ad un processo permanente di sviluppo personale.
Le capacità comunicative e l’instaurare una relazione d’aiuto con l’altro sono i punti chiave di questo genere di professione; molto spesso il contatto costante con la sofferenza implica un coinvolgimento emotivo importante da parte dell’operatore stesso. Ne deriva il dovere di “formarsi e informarsi”, cioè di coltivare giorno per giorno la propria preparazione. La capacità di prendersi cura della persona rappresenta non solo il praticare tutte le attività assistenziali di base come lavare il malato o aiutarlo ad alimentarsi, ma va intesa come l’aiuto offerto affinché la persona stessa possa esprimere i propri sentimenti, apprendere nuove capacità per fronteggiare i suoi problemi magari assumendo modelli di comportamento nuovi e più gratificanti (rafforzando così l’immagine del sé e l’autostima).
Adottare stili e competenze di counseling significa, dunque, prendersi cura della persona in modo più efficace e discreto, aiutandola non solo ad affrontare quello che è il suo problema specifico, ma anche ad assumersi la responsabilità della propria qualità di vita. Doti fondamentali sono la disponibilità e l’abilità di comunicare, nonché la comprensione, l’ascolto attivo e la capacità di tollerare il silenzio che spesso esprime, all’interno dello spazio relazionale, sentimenti di ansia, paura, tristezza o imbarazzo. Apprendere il counseling, in definitiva, può aiutare a gestire le difficoltà insite nel mestiere, prevenendo esaurimenti emotivi e spersonalizzazioni (burnout), e soprattutto promuovendo nel suo ambito l’idea di un benessere globale che restituisca dignità e motivazione ai pazienti e al personale sanitario di ogni ordine e grado.

6° INTERVENTO
“Counseling: nuove scienze ed esperienza dialogica”
Intervento di: Franco Nanetti (Direttore del Master in “Counseling and Coaching skill”)

La Lectio Magistralis del Professor Franco Nanetti non lascia dubbi circa l’apertura pragmatica e propositiva ai moderni metodi professionali di approccio comunicativo al mondo delle emozioni. Si è rivelata un affascinante quanto immaginifico momento di riflessione filosofica, psicologica e pedagogica sul senso della autenticità e della relazione di tipo alchemico-empatico su cui basare il contatto con l ‘altro e il suo mondo interiore. Nel ricordare l’antico racconto Chassidico “Il principe tacchino”, scritto dal filosofo religioso Rabbi Nahman di Breslav, Nanetti ha guidato il pubblico nella grottesca metafora della “non oggettività della verità” che, accompagnata da una “inesauribile domanda di senso” e dal dubbio del “cosa attende di essere imparato?” conduce colui che vive il conflitto alla comunicazione con il proprio complesso mondo emozionale. Attraverso, quindi, la crisi identitaria, vista come momento di confronto con se stessi e i propri limiti; con l’ausilio della figura del saggio (counselor), cioè di colui che accompagna l’altro nel ritrovamento della “congruenza tra l ‘interno e l’esterno” (fungendo da ponte per la riattivazione dell’ autenticità, con un approccio dialogico e con un confronto empatico), nonché con uno sguardo al corpo e ai suoi segnali e alle numerose neuroscienze; il principe (cliente) riacquista uno stato di equilibrio emotivo che gli consente di affrontare gli eventi con un atteggiamento ok, anche nel caso in cui una “vera soluzione non c’è”. Per dirla con parole dello stesso Nahman di Breslav: “ricorda che anche se la soluzione fosse estremamente negativa, tutto potrebbe trasformarsi in una situazione rosea…”.
Il giudizio come discernimento è necessario per delineare dei confini, non si tratta di un giudizio sanzionatorio.
Quali sono gli elementi comuni dei vari indirizzi di counseling?
1. Autoderminazione e scelta libera
2. Il counselor è testimone delle parole
3. Scambio interpersonale  costruire una nuova storia relazionale
Il counselor non ha un atteggiamento di superiorità ma scende per raccontare e condividere. Non si tratta di soppiantare l’identità dell’altro ma di accompagnare e condividere. Non c’è nessuna imposizione, ma il percorso di counseling è un percorso di apertura delle possibilità.
Il counseling è un percorso dialogico attivo, non è solo basato sull’ascolto, importante è la dimensione dello scambio.
Quasi una sorta di processo alchemico, di trasformazione.
Caratterizzazione epistemologica del counseling: è un esperienza di natura dialogica, si basa sui principi di empatia, congruenza e amore per la verità.
Non è una verità che si possiede in assoluto, ma è un approssimarsi alla verità intesa come intersoggettività. Non è più un campo oggettivato della verità.
Identificazione proiettiva: il paziente deposita sull’altro sensazioni ed emozioni che lui non riesce ad accettare e ad appropiarsene.
Serve un filtro per la comprensione: “ il mio sentire è comprendere anche per te”.
Importante è la dimensione del cambiamento del profondo che è una continua interferenza, è importante aprirsi alla trasformazione.
L’autenticità non è spontaneità, né sincerità,è un impegno ad un congruenza interna. Per aiutare il cliente bisogna stare nello stato dell’adulto,è un cambiamento che riattiva il “bambino naturale”.

7° INTERVENTO
“Counseling e istituzioni: perché la comunicazione al vertice rigeneri le basi”
Intervento di: Nicoletta Malesa (Referente S.I.Co.. per la Sardegna)

Vengono presentati vari progetti ed iniziative attivati nella regione Sardegna come l’ono counseling, cercando di sfruttare le risorse del territorio.
È stato un fedele ed instancabile compagno di viaggio dell’uomo per millenni ed ha portato il basto impostogli per molteplici funzioni come la soma, il traino, la sella e il lavoro nei campi. A causa della sua natura forte e robusta, ma anche sobria e frugale, è stato trattato con minor cura e maggior durezza rispetto ad altri animali domestici. Poi l’industrializzazione e la diffusione di macchine agricole hanno reso l’asino sempre meno “utile”, tanto che in nazioni compresa l’Italia questo mite animale rischia addirittura l’estinzione.
Per fortuna si sta scoprendo che l’asino può continuare ad essere utile all’uomo e alle sue esigenze e forse questo consentirà di scongiurarne l’estinzione proponendone la diffusione, su tutto il territorio nazionale, sia come animale da affezione sia come partner di attività di interesse sociale, turistico ed economico. Stanno infatti prendendo piede le attività di “mediazione” con l’asino come interventi di educazione e rieducazione alla relazione, finalizzate a promuovere condizioni di benessere e attività co-terapiche di supporto alla medicina e alla psicologia tradizionale che hanno il compito di potenziarne gli esiti positivi svolgendo un lavoro parallelo agli altri interventi. E questo contribuirà forse a restituire a questo animale domestico la dignità che merita.

Il rapporto con gli animali rappresenta insomma una opportunità, una strada privilegiata per ottenere risultati sul piano della comunicazione. L’asino con le sue caratteristiche etologiche, fisiche, comportamentali e simboliche rappresenta potenzialmente un facilitatore alla relazione.
È quello su cui vuole puntare l’onocounseling la nuova frontiera su cui la comunicazione non verbale diventa il canale preferenziale che rende possibile l’espressione, in modo graduale, più intima di sé. Se n’è parlato nelle sala convegni del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università nel corso del primo convegno nazionale di onocounseling promosso dall’associazione “Missione Counseling”, in collaborazione con l’associazione “Alta Formazione Counseling”, con la S.I.Co.. (Società Italiana di Counseling) e l’Università di Sassari.
L’onocounseling identifica la disciplina del counseling abbinato all’integrazione con l’asino e, come altre attività assistite con gli animali, si prende cura della sfera emotiva ma si differenzia dagli interventi con gli altri animali. Dai vari contributi degli esperti è emerso che l’asino è un animale particolarmente affabile, prevedibile, facilmente governabile, versatile, socievole e paziente, ma soprattutto ha una spiccata capacità empatica nella relazione con l’uomo.
La pratica delle mediazione con l’uomo risulta efficace per il superamento di molteplici disagi: psichici, cognitivi, sociali, comportamentali, affettivi, relazionali ed inoltre l’onocounseling ha la funzione di acceleratore, di supporto ed integrazione con altre terapie riabilitative. Al convegno ha partecipato un pubblico numeroso, attento ed interessato, fra cui tanti veterinari ed allevatori arrivati da ogni parte della Sardegna.

8° INTERVENTO
“ Il Counseling in corsia: per paziente, per infermiere, per una sanità in evoluzione”
Intervento di: Angela Poddighe

Il Counseling in sanità: da optional a strumento” era il tema del primo convegno sardo della Società italiana di Counseling promosso con la Federazione dei collegi infermieri (Ipasvi) nella sala conferenze dell’hotel Grazia Deledda.
Il counseling è una professione moderna, che guarda al domani e che, lontano dal pensiero della cura e del supporto al più debole, specifico dei medici e degli psicologi, opera in una relazione alla pari per identificare assieme le risorse della persona e starle vicino affinché il suo progetto di vita prenda forma e conferisca speranza e fiducia. Il cosiddetto “problema” viene letto come un progetto, non da risolvere ma da sviluppare e attuare.
Il Counseling è una delle nuove risorse della medicina, per facilitare la relazione medico-paziente, operatore sanitario- paziente, per facilitare il lavoro in équipe e per una sanità che tenga sempre più conto della dignità del paziente.
Il counselor è un esperto della relazione d’aiuto che mette a disposizione la sua professionalità perché i medici e il personale infermieristico possano essere facilitati nel loro impegno quotidiano fatto di competenza, comprensione. L’interazione rappresenta il “guadagno” di tutti, per costruire una rete condivisa in cui ognuno abbia di più di quel che avrebbe operando da solo.
«Il glocalismo è la traccia su cui si muove il counselor, lontana da ogni inutile e dannosa competizione. La comunità locale è il vero fruitore di questo intreccio e della rete di competenze, che si affiancano l’una all’altra senza scontrarsi né togliersi spazio ma per intensificare e rendere sempre più vitali il benessere e l’esistenza quotidiana.

9° INTERVENTO
“ Crescere per comunicare, comunicare per crescere”
Intervento audio-video del Presidente IPASVI – Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia.
10° INTERVENTO
“Il cammino del Counselor – corpo e mente in sintonia per un incontro autentico”
Intervento di: Claudia Casanovas